Scontro tra Matteo Salvini e Giovanni Tria sulla manovra. Il leader della Lega chiede dodici miliardi, il titolare del Mef e il premier Conte frenano.
Dopo Danilo Toninelli nel ministro di Matto Salvini c’è Giovanni Tria. La manovra economica, come prevedibile, inizia a far discutere la maggioranza di governo, già messa duramente alla prova da Autonomia e Tav, tanto per citare i dossier caldi ancora aperti.
Manovra, scontro tra Salvini e Tria
Lo scontro tra Salvini e Tria si gioca tutto sulle idee. Il titolare del Mef ha frenato anche sulla flat tax optando per una manovra prudente. Che non significa vivere nell’austerity, me semplicemente muoversi con i tempi più lunghi del previsto.
Ultimatum di Salvini
Lo scenario non piace per niente a Salvini, pronto a dare l’ultimatum al governo (O me o lui, riferendosi ovviamente a Tria). Il leader della Lega è convinto che l’aumento dell’Iva sia impossibile, il ministro dell’Economia e Giuseppe Conte sanno che le cose non stanno proprio così.
Da qui il contrasto, naturale conseguenza di un governo che non viaggia allineato e che non parte dagli stessi presupposti. Anzi, a volte si ostacola. Già, perché Di Maio non ha tardato ad approfittare della situazione dando una spallata alla flat tax, definita come un mistero.
La richiesta della Lega: dodici miliardi per flat tax e disabili
Salvini chiede per i piani della Lega dodici miliardi di euro, dieci necessari a mettere in atto la flat tax e due da investire per i disabili. La distanza tra la domanda (quella di Salvini) e l’offerta (i soldi che vogliono investire Conte e Tria per la prossima manovra) sia ancora decisamente notevole e difficile da colmare. Anche perché si aggiungeranno anche le richieste del Movimento 5 Stelle.